L’INTERCULTURA AL MUSEO

UN PROGETTO DIDATTICO CO-COSTRUITO

Il Museo Regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo, che ha sede a Frossasco (TO), è stato fondato nel 2006 grazie al concorso del Comune citato, dell’Associazione omonima, della Regione Piemonte e di diversi Enti pubblici e privati. La struttura può essere intesa come il frutto di quell’interesse per la musealizzazione dei flussi migratori che, se fiorì sul finire degli anni Sessanta, crebbe in modo marcato qualche decennio dopo ed ebbe il suo momento di maggiore incremento a cavallo dei millenni. Fin dalla sua istituzione una serie di contributi avevano sottolineato come, se da una parte il primo obiettivo dell’Ente avrebbe dovuto essere la valorizzazione della memoria connessa alla Grande Emigrazione italiana, d’altro canto il Museo non poteva limitarsi a preservarne le storie. Al contrario, la struttura avrebbe dovuto porsi in termini dialogici, ascoltando e stimolando nuove riflessioni sull’immigrazione contemporanea, facilitando l’inclusione e l’integrazione attraverso l’arte e la cultura.Nella contemporaneità, dunque, il Museo di Frossasco articola le sue progettualità in due direzioni. Da una parte, la struttura non può prescindere dalla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio legato alla Grande Emigrazione. Le attività progettate si muovono quindi nella direzione di potenziare il legame con il territorio per approfondire gli aspetti legati alle cause della diaspora, alla formazione e direzione dei flussi, l’insediamento nelle aree di destinazione, la nascita ed evoluzione dei gruppi associativi. Il Museo intende interloquire con la domanda di radici, nel recupero di oggetti, nella realizzazione di ricerche genealogiche, nello studio dell’emigrazione di ritorno.
D’altra parte, sembra però che la memoria non venga tutelata solo in quanto a rischio di scomparsa, ma anche perché essa può essere una risorsa significativa nell’affrontare questioni centrali nella contemporaneità. Il Museo intende contribuire a ricostruire la storia delle migrazioni utilizzando in vario modo le fonti e i materiali in suo possesso, ragionando criticamente sulle mobilità umane nel loro complesso.
La mission del Museo ha inciso in maniera profonda nel percorso di elaborazione della didattica interna. Quest’ultima ha ricoperto un ruolo di non secondaria importanza all’interno di un più generale progetto di rilancio della struttura che ha preso piede a partire dal 2016. Quell’anno il Museo ha inaugurato la stagione di aperture continuative a seguito dell’elaborazione di un piano di attività, sottoposto al Comitato Scientifico e parimenti approvato anche dal Comitato di Gestione. Il progetto di valorizzazione si articolava attorno a tre focus tematici, ritenuti imprescindibili al fine di rivitalizzare le attività della struttura: la comunicazione, la progettualità scientifica e culturale, la fruizione.

La collaborazione con l’Associazione Spazio Mediazione & Intercultura, nata su progetti di divulgazione scientifica, si è ampliata fino a comprendere la didattica a causa della grande professionalità maturata dalle Mediatrici in ambito pedagogico. I progetti con le scuole di qualsiasi ordine e grado si caratterizzano come uno degli elementi considerati imprescindibili per una struttura che voglia definirsi “museo” nella contemporaneità. La realtà di Frossasco intendeva dunque presentarsi a questo nuovo pubblico con un progetto di qualità e ha individuato nell’Associazione il partner ideale.
Grazie a questa fruttuosa collaborazione è stato realizzato un format laboratoriale per alunni di età diverse, che comprende non solo la visita al Museo, ma anche un successivo laboratorio. Le attività promosse avevano come scopo quello di sensibilizzare gli studenti sul tema dei flussi migratori in entrata e in uscita dal nostro Paese, un argomento tanto di attualità, quanto di difficile approccio. I laboratori intendono fare leva sulle emozioni legate alla migrazione, al fine di mostrare il comune substrato emotivo di quanti hanno vissuto e vivono il fenomeno. La scelta del format non è casuale: un approccio di questo tipo permette agli alunni di interagire in modo più diretto con le tematiche affrontate, visto che invece la visita “canonica” ha inevitabilmente un approccio maggiormente frontale. Attraverso un’analisi giocosa e partecipata dei flussi migratori, la pratica museologica intende porsi come strumento, nel tentativo di partecipare alla costruzione di cittadini consapevoli.
Se la volontà di collaborare con le mediatrici culturali è stata ponderata e motivata dalla necessità di proporre un prodotto di qualità, che facesse da attrattore per le scuole del territorio, il riscontro è stato decisamente soddisfacente. A partire dal 2016 il Museo ha avuto una crescita esponenziale degli alunni in visita, per un totale di oltre seicento ragazzi ogni anno scolastico. Oltre alla dimensione quantitativa, di non secondaria importanza è stato il ritorno in termini qualitativi. Alunni e docenti si mostrano sempre estremamente soddisfatti della proposta che affronta temi come l’inclusione, la ricchezza della diversità culturale, la dimensione immateriale dei percorsi biografici, il confronto e il dialogo interculturale.
A fronte dei risultati ottenuti, la didattica realizzata con il forte supporto, il contributo tematico e di riflessione proposto dall’Associazione Spazio Mediazione & Intercultura, si caratterizza come uno degli elementi di continuità progettuale. Davvero un fiore all’occhiello tra i progetti di divulgazione scientifica del Museo Regionale dell’Emigrazione di Frossasco.