PAGINE DI STORIA VISSUTA E SENTITA

Esperienza di seconda accoglienza in Italia - 1

Mi chiamo Anna, sono nata in Ucraina nella regione di Odessa, rispettivamente nel comune di Starosilya. Sono di nazionalità moldava, ma cittadina ucraina. Essendo nata in Basarabia, luogo abitato dai moldavi, la scuola che ho frequentato era in lingua rumena, ma ho studiato comunque anche il russo e l’ucraino. Grazie a questo oggi parlo rumeno, russo e ucraino. Sono in Italia da 12 anni e grazie ai vari corsi che ho frequentato ho imparato bene l’italiano. Abito a Borgo San Dalmazzo dal 2010. Nel 2013 avevo deciso di intraprendere il corso di mediatore interculturale presso l’Enaip di Cuneo. Ci tenevo molto, perché al mio arrivo in Italia, nel 2010, non si conosceva molto la figura del mediatore. Non ho avuto supporto da nessuna parte tranne che da parte dei parenti.

All' inizio del mese di marzo sono stata contattata, tramite una mia conoscente, da un medico del servizio igienico sanitario, per un intervento all' arrivo di un pullman con mamme e bambini ucraini in qualità di traduttrice. All' arrivo del pullman sono rimasta sconvolta quando ho visto le mamme con i bambini che scendevano dai mezzi. Pochi di loro avevano il sorriso sulle labbra. Si vedevano tante lacrime negli occhi degli adulti e anche negli occhi di alcuni ragazzini. Ricordo bene una ragazza di 12 anni che una volta scesa dal pullman non smise di piangere. Il signore che li ha accompagnati la teneva stretta al petto dicendole in inglese “Cry Baby Cry” così dopo starai meglio… io e altre mie colleghe cercavamo di parlarle, tradurre dicendo loro che per ora erano in un luogo sicuro, cercando anche di incoraggiarle. Parlando con loro avevo capito che non era stato facile prendere una decisione del genere: salire a bordo di un mezzo e partire con degli sconosciuti. Un' altra persona che ricordo era una madre che non riusciva a smettere di piangere… era disperata. Mi sono sentita in dovere di abbracciarla. Un abbraccio che volevo che trasmettesse lei forza e coraggio. Questo per me fu il primo intervento come mediatore interculturale.

In seguito a questo intervento sono stata contattata dall' Associazione SMI per mediazione interculturale in alcune scuole della provincia di Cuneo (a Busca, a Villar San Costanzo e al Liceo De Amicis a Cuneo). Il mio ruolo è stato quello di accogliere ed aiutare in gran parte nell' ambito scolastico.

Ricordo bene le ragazze del liceo: il nostro primo incontro non ci siamo fermate durante le tre ore neanche per una breve pausa. Avevano tanta voglia di imparare ed io di condividere, spiegare tante cose. In tutta questa esperienza mi sono sentita debole per il fatto che non potevo dedicarmi di più rispetto al tempo stabilito. Gli incontri sono stati pochi perché dovevamo dare a tutti la possibilità di un’accoglienza insieme al mediatore interculturale.

L’immagine che ha scavato nella mia anima è stata quella dei volti delle persone che scendevano dai pullman che li portavano in salvo… Il dolore che ho visto nei loro occhi lo porterò per sempre nel mio cuore.